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al testo di Cristiano Zoli
lo spazio che viviamo
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lo spazio che viviamo non è il tutto ma quella parte che per noi è vita proprio come il mio salice e il tuo tiglio Andiamo nel profondo per trovare linfa e sangue insieme a generare un immenso fermento.permanente come tra rami e vento si fa festa e nella terra aumenta a dismisura nostro il groviglio che ci dà ragione di una e di altre vite ancora. Solo chi ha radici sente la distanza come divina forza che richiama come un abbraccio liquido che scioglie nella più oscura luce la paura.
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Cristina Bizzarri
- 22/10/2016 12:06:00
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Ogni verso è simbolo di noi che non siamo tutto ma parte di un tutto. Saperlo fa meno paura di fronte al mistero grande, è vero. Poesia bellissima, profonda, religiosa, dai suoni come canti.
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Amina Narimi
- 21/10/2016 22:04:00
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Si seguono le linee della mano percorrendo ad occhi chiusi ogni tuo verso come andare alla fine della neve sopra i monti a benedire le sorgenti c’è un riparo, una piccola cappella- tra lo spazio che viviamo e il mondo accanto- dove il salice, che tocca terra con le fronde, e le ali del tiglio, tese in cielo, nel paradiso delle voci sono insieme a bere l’aria sotto terra, e in pieno sole un minuscolo groviglio di radici come un nido sale alle sue nozze, bucando il fiato come un minareto nella porziuncola di pace trasparente, per cantare l’ederlezi dei bambini appena dopo la nona lunazione generando nuove linee sulle mani proprio come il tuo salice e il mio tiglio
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Salvatore Pizzo
- 21/10/2016 17:49:00
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Bella e forte, proprio come le radici che richiama come misura, per la distanza consapevole che ci esorta alla vicinanza... Un saluto
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